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LEGGI QUALCHE PASSO (LE PAROLE DELLE PIETRE)

LE PAROLE DELLE PIETRE

dizionari (v.) hanno la pretesa di racchiudere lo scibile umano in un volume: se una parola non c’è, vuol dire che non esiste. I dizionari di gemmologia sono diversi dagli altri: se una parola c’è, può avere significati incredibili. Cosa ha a che fare tutto ciò con le pietre preziose? Per rispondere bisognerebbe avere una definizione univoca di pietra preziosa, ma tutti i testi di gemmologia dimostrano il contrario. Inoltre, dato che ogni cosa è in qualche modo legata a ogni altra cosa, ogni parola ha qualche collegamento con ogni pietra preziosa.

A B C – Le prime lettere sono le basi dell’alfabeto, della lingua, del sistema di comunicazione per mezzo di parole. Così è per l’ABC di qualunque disciplina. Qual è l’ABC della gemmologia? Una serie di numeri e tabelle? Questo libro? «Capirai quando avrai dimenticato quello che capivi prima.» (I. Calvino)


Come usare la lente d’ingrandimento.

La lente a dieci ingrandimenti è difficile da usare; una lente a sette ingrandimenti è molto più facile; una a cinque è facilissima.

Un uso scorretto della lente d’ingrandimento favorisce mal di testa e nausea, specialmente se la lente è a forte ingrandimento, e se la qualità è scadente.

Per usare la lente, bisogna una grande stabilità. Un tremolio che non dà fastidio nella visione ordinaria, moltiplicato è insopportabile.

Se segui queste semplici regole, ti si aprirà un mondo! Per prima cosa, devi procurarti una buona lente a 10 ingrandimenti.

1- Seduto, con la schiena diritta, respirazione addominale lenta e profonda.

2- Gomiti appoggiati sul tavolo e i piedi ben saldi per terra. Devi moltiplicare la capacità visiva; tutto il corpo deve partecipare a questo gioco. Le mani appoggiate fra di loro, all’inizio dei palmi.

3- La lente va usata senza occhiali.

4- Con una mano tieni la lente con due o tre dita. L’altra mano tiene l’oggetto da guardare. Se si tratta di una pietra, sono comodissime le apposite pinzette. È importante che le mani siano saldamente a contatto fra di loro senza sforzo e che una delle mani si appoggi al volto. L’occhio al quale avvicini la lente (è indifferente se il destro o il sinistro), deve essere in una posizione di “riposo” vale a dire come se stesse guardando diritto davanti a sé, verso l’infinito, senza sforzo.

5- Entrambi gli occhi aperti! Se strizzi un occhio, metti in funzione una quindicina di muscoli che portano inutili vibrazioni. In due minuti sarà naturale tenere entrambi gli occhi aperti. È fondamentale.

6- L’asse della lente, l’asse della pupilla e l’oggetto da esaminare, devono essere sulla stessa traiettoria.

7- Tieni la lente il più vicino possibile all’occhio, e non muoverla. Per mettere a fuoco i particolari che interessano, si deve muovere in avanti o indietro l’oggetto in esame.

8- Illuminazione forte ma non abbagliante. Buona l’illuminazione laterale; l’illuminazione per trasparenza può essere ottima, ma può causare abbagliamento.

9- La lente deve essere di buona qualità, e va tenuta protetta e pulita.

10- Non usare la lente per troppo tempo di seguito.

Entrare nel mondo del così piccolo con uno strumento così semplice può dare delle piacevoli emozioni, per cui spesso ci si dimentica di tenere tutte le precauzioni suggerite, e ben presto non si riesce più a vedere bene. In questo caso, riposarsi qualche minuto, sciacquarsi gli occhi, e riprendere nel modo corretto.


Aggregazione – Prendiamo l’oro. È un metallo che si rinviene allo stato puro, non si lascia intaccare né dagli acidi né dagli alcali, non entra facilmente in combinazione chimica con altri elementi. Per queste ragioni c’è da pensare che da sempre sia simile a se stesso; che da sempre le stesse molecole occupino gli stessi posti nella stessa pepita. Quindi la montagna si sgretola, le pepite d’oro sono trascinate a valle dal torrente, e nel tragitto si appiattiscono, si spezzano, si assottigliano, diventano polvere sempre più minuta, per raggiungere il mare sotto forma di molecole libere, di ioni dispersi. Solo che poi i mari si sollevano e formano nuove montagne e, all’interno di queste, l’oro, anziché trovarsi diffuso sotto forma di ioni disseminati un po’ dovunque, lo si ritrova nuovamente in filoni, in pepite, in ammassi dalla forma più o meno cristallina! Cos’è successo? D’accordo che abbiamo avuto a disposizione intere ere geologiche, ma cos’ha provocato il formarsi di questo nuovo oro? Prendiamo un bagno galvanico: fra catodo e anodo avvengono scambi di vario tipo, e alla fine uno dei due si sarà smagrito, e l’altro si sarà appesantito di nuovo metallo. Una corrente elettrica ben calibrata ha accelerato quello che è un normale processo per il quale elementi della stessa specie tendono ad aggregarsi assieme; inoltre, in natura esistono correnti magnetiche ed elettriche un po’ ovunque, perciò non c’è da stupirsi se degli ioni d’oro disciolti si tornano ad aggregare alla stessa stregua di un comune cristallo di sale. In altre occasioni abbiamo affermato che l’oro ha l’età dell’ultimo Big Bang; qui, senza smentirci, affermiamo che talune formazioni aurifere possono avere le più svariate età, dai pochi milioni di anni, a chissà!


Alfabeto – Sta alla base del dizionario (v.), così come il punto (v.) sta alla base della geometria. I suoni con cui ci si esprime sono stati codificati in vario modo, e ogni lingua ha le sue regole. Unendo assieme vari suoni si formano le parole, poi le frasi, e così via. E’ evidente che parole e dizionari sono un sistema molto approssimativo per esprimere i concetti; inoltre le definizioni variano da dizionario a dizionario, da edizione a edizione, e ogni decennio avrà definizioni diverse per concetti che a loro volta si sono diversificati. Da qui si capisce come alfabeti e dizionari siano completamente inutili.


Alimento – Un cristallo, per accrescersi, ha bisogno di essere alimentato in qualche modo da elementi del tipo di quelli che lo costituiscono. Anche per un cristallo, come per qualunque organismo vivente, s’innesca un processo di metabolismo, di trasformazione di cose di un certo tipo in cose completamente diverse. Ciò che c’era prima ha, volente o nolente, rinunciato alla propria esistenza a quel particolare livello di manifestazione, esattamente come un coniglio che viene arrostito per il giorno di festa, e come la lattuga che ne è il contorno.


Domanda – Cosa ci si aspetta che segua a una domanda? Una risposta? Ma neanche per idea! Nella attuale civiltà, più commerciale che culturale, a una domanda segue un’offerta.

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