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LEGGI UN CAPITOLO (PERCHÈ LE PIETRE PREZIOSE?)

DOMANDA 08 – pag.23 –
A parità di costo, è meglio una pietra piccola più bella, o una grossa meno bella?

NOTA
Dietro a questa domanda, c’è il concetto di “Investimento”. Si vuole sapere se nel futuro si rivaluteranno di più le pietre belle piccole, o quelle meno belle, ma più grandi. Bisogna vedere se l’aspetto “investimento” è realmente così importante, o se è solo una scusa, una maschera con cui vestire il desiderio istintivo di avere una pietra. Non sappiamo con certezza cosa succederà nel futuro; finora le pietre preziose si sono sempre rivalutate, chi più, chi meno, chi in certi periodi, chi in altri. Ciò dovrebbe tranquillizzare chi vuole comperare, per cui consigliamo di scegliere le pietre che piacciono di più, tralasciando i diagrammi delle curve di probabile incremento di valore in funzione delle componenti variabili di peso, pulizia, colore, taglio, nome, eccetera.
RISPOSTA
È meglio scegliere la pietra che piace di più. Non possiamo sapere quale, fra cinque o cinquant’anni, avrà più valore. Certamente però, se fra due pietre non scegli quella che ti piace di più. ma quella che ti sembra un investimento migliore, da domani, guardandola, rimpiangerai quella che non hai preso.

DOMANDA  25 – pag.58 –
Perché le pietre preziose brillano?
RISPOSTA 1
Per giochi di riflessione e rifrazione dei raggi luminosi, la luce che entra nella pietra viene scomposta e riflessa dalla tavola e dalle faccette laterali. Questo vale per tutti gli oggetti trasparenti. Ma le pietre preziose brillano in un modo leggermente diverso; forse, c’entra un poco la magia.
FIABA
Mentre viaggiava nella sua navicella spaziale, Ravei Soolep interrogava Janos, il computer di bordo, su problemi di metafisica. Naturalmente Janos non era sempre in grado di rispondere. Così alla domanda se lui facesse parte del microcosmo o del macrocosmo, il computer rispose che esistono indefinite scale di cosmicità, per cui quello che per uno è  micro, per un altro può essere macro, dopo di che si disattivò. Era un trucco che Ravei Soolep usava di quando in quando; con le macchine disattivate, c’era solo silenzio e nessuna lucina che lampeggiasse. E poteva guardare le stelle, così piccole e brillanti, eppure così  grandi e abbaglianti.
AFORISMA
Ogni volta che respiriamo,
entrano in noi milioni di stelle. (Un guru indiano)
RISPOSTA 2
Le pietre preziose hanno quella luce particolare, perché  vogliono essere guardate in un certo modo.

DOMANDA 43 – pag.101 –
Che relazione c’è fra pietre e poesia?
AFORISMA

Un poeta di rado può vivere del proprio lavoro, mentre lo possono migliaia di giornalisti, perché il pubblico spende per i giornali il novanta e più per cento di quanto è devoluto per le proprie esigenze culturali. E probabilmente moltissimi di questi giornalisti sono onesti lavoratori, e non pensano neppure lontanamente che essi e i loro giornali rappresentano il muro che divide il pubblico dallo spirito.
(H. Hesse)
FIABA
Ravei Soolep aveva posto una pallida resistenza, dicendo che si muoveva con mezzi meccanici e quindi limitati, che lui era un mercante che lavorava per i soldi e non per l’arte, e che era la persona meno indicata a un compito del genere. «Non preoccuparti per i soldi, che tanto non te ne daremo.» Questa fu l’obiezione, e Ravei si trovò a svettare con la sua minuscola astronave fra dimensioni parallele, a velocità diverse da quella della luce, alla ricerca della pietra della poesia. Che poi, aveva anche le idee poco chiare di che cosa significasse la parola stessa “poesia”. Janos, il calcolatore di bordo, poteva giusto dargli le definizioni di qualche centinaia di dizionari, e non servivano certo a risolvere il problema.
DEFINIZIONI DA DIZIONARIO (Zan. D.E.L.I.)
Poesia: s.f. “Illusione, finzione, vuoto” (“dell’esser generalmente poveri quasi tutti i poeti, e la poesia andar quasi ignuda, suol prendersi spesso, e massimamente per “miseria” o simile; e non è raro il sentir dire che a un convito, a una festa, “c’è della poesia”, per significare che ci manca il necessario, e che c’è della miseria”: 1863, Fanf. Tosc), – capacità di commuovere e di suscitare emozioni, sentimenti, fantasie (“dicesi anche “poesia” tutto ciò che di bello o di ideale può essere in una cosa, o il compiacimento che ci fa provare questa cosa medesima”)
Janos, il calcolatore di bordo, tentò invano di ribellarsi alle coordinate emotive che Ravei Soolep gli impostava a tutta forza. Dopo avere fatto scattare tutti gli allarmi di pericolo, e dopo avere ripetutamente urlato la propria dissociazione dalle decisioni prese da Ravei Soolep, Janos comunicò che la probabilità di ritorno da un viaggio spazio temporale eseguito sulla portante poetica che accomuna le pietre preziose fino a raggiungere l’origine di tale emanazione, era inferiore a qualunque numero che si potesse immaginare. Ravei Soolep, raggiante di felicità, si limitò a dire che allora una probabilità, forse, c’era, e senza por tempo in mezzo attivò tutti i dispositivi manuali per una partenza immediata. L’ambiente era sicuramente primitivo; il ruscello aveva acque limpide e chiassose; i sassi rotolavano e il sole abbagliava. All’ombra di una di quelle piante gigantesche che vicino ai fiumi erano così comuni nei tempi passati, un giovane uomo giaceva accanto alla sua giovane donna. Non avevano un linguaggio adatto a comunicare cose complesse; l’età della pietra doveva ancora rivoluzionare il modo di essere di quei primi raggruppamenti umani. Sapevano usare delle rozze clave, e sapevano colpire a distanza tirando dei sassi e delle canne. Quel giovane uomo era felice. Era sano, pieno di voglia di vivere, e aveva al fianco una splendida giovane sposa. Avevano fatto all’amore non per istinto, ma per piacere, e lui intuiva la grandiosità della differenza. Non sapeva immaginare niente di più bello, e lo scenario in cui si trovava era meraviglioso. Sentiva di fare parte di questa meraviglia, e la sua percezione fu attratta dai giochi di luce dell’acqua su dei sassi colorati. Prese uno di quei sassi dalla forma bizzarra, e la traduzione del suo pensiero è pressappoco questa: «Questo sasso fa parte di uno scenario meraviglioso, alla cui meraviglia partecipo con gioia. Vorrei in qualche modo fissare la magia di questo momento, per cui prendo questo bel sassolino, e lo annodo ai capelli della mia donna.» Ravei Soolep capì che quella era la prima pietra preziosa della storia dell’umanità; la prima a essere usata per gioia e non per lavoro, caccia o scopi rituali. Provò quindi a seguire quella coppia per qualche tempo, per vedere se quel ciottolo seguiva o meno il progredire di quella famiglia, ma dopo poche settimane già i capelli della giovane erano sciolti, e di quel sassolino non c’era traccia. Così Ravei Soolep tornò al torrente, prese un sasso qualsiasi, lo portò al suo cliente che non lo trovò per nulla interessante.
RISPOSTA
Mai sentito parlare di “poesia cristallizzata”?

DOMANDA 54 – pag.125 –
Come si fa a scegliere una pietra da un lotto?
RISPOSTA DI DUBBIO GUSTO.

In  molti  ristoranti  tailandesi,  ti fanno scegliere nell’acquario il pesce da mangiare.
AFORISMA
Il governo della Spagna e della Francia, a parte le differenze, erano uguali. (Bertolini )
AFORISMA LUNGO
Cercare” significa: avere uno scopo. “Trovare” invece significa essere liberi, aperti, non avere uno scopo. Per questo bisogna essere diffidenti di tutte le scoperte “utili”. L’umanità  paga la macchina del progresso con incalcolabili distruzioni sulla faccia della  terra,  con  segni impressi sul volto del lavoratore e dell’imprenditore,  col rattrappimento dell’anima e nuovi terribili modi di morire. Per avere inventato il violino, perché  qualcuno ha scritto le arie di “Le nozze di Figaro”, perché  è  stata sfaccettata una pietra preziosa, l’umanità  non ha dovuto pagare alcun prezzo. (H. Hesse)
FIABA
Chissà  perché, Ravei Soolep si era messo in testa che certe kunziti fosse-ro in grado di memorizzare quella particolare sensazione,  quel  particolare  stato dell’anima, quel languore tutto speciale che ti pervade nel momento in cui ti innamori. Forse il colore rosa-lilla, così  delicato, con quella lucentezza morbida e dolce; forse quella brillantezza interiore che la fa palpitare più  che brillare; forse che quelle luminosità  sottili e soffuse ti baluginano negli occhi specialmente nel ricordo, piuttosto che quando hai la pietra di fronte. Fatto sta che Ravei Soolep cercava di ricordare i momenti dei suoi innamoramenti, anziché  le delusioni che spesso seguivano. Naturalmente Ravei Soolep si innamorava un po’ di tutto: delle nuove donne, delle nuove idee, delle nuove pietre, delle avventure in cui si immischiava, e quando stava per essere carpito da una nuova passione, una nuova macchina fotografica, una nuova navicella spaziale, un nuovo sorriso, oramai riconosceva quel particolare languore, e a niente valevano i buoni propositi di maggiore assennatezza formulati mezz’ora prima. Era come se il sole si ingigantisse all’orizzonte, fino a occupare tutto il cielo, diventando da rosso fuoco a lavanda sfumato, e tu che ti senti come la figura di un quadro in cui mille altre figure guardano sgomente il sole che incombe e il mare che ribolle, fatto di spuma colore dell’ambra, in mille bolle che riproducono in piccolo l’universo, e il tuo sguardo un po’ fuso di fronte a quel boccale di birra rossa, mentre ti lasci andare ai tuoi pensieri di grandi orizzonti e di piccole passioni, e che rivivi la malia di quello sguardo che ha innescato quello strano languore e non ti importa del baccano e del fumo della taverna in cui ti sei fermato a bere, e non ti importa se qualcuno sta cercando di farsi pagare un bicchiere; non li ascolti, sai che quella birra di qualità  scadente non soddisferà  la tua sete, ti giri fra le dita quel cristallo di kunzite, te lo immagini come ciondolo al collo, giù  fino quasi al seno di quella gitana con occhi e capelli così  neri e con quel sorriso da prenderti in giro.
AFORISMI
Molte volte uno pensa di scegliere, mentre invece è  stato scelto.
Ogni scelta, comporta almeno una rinuncia.
RISPOSTA
Ci sono vari sistemi. Quello pessimista, o delle rinuncie successive, per cui si cominciano a scartare le pietre meno belle, e via via fino a che ne rimane una. Quello ottimista, per cui si scelgono le pietre più  belle, e via via fino a selezionare la migliore. C’è  chi usa la radioestesia, e si fa aiutare dal pendolino. Chi si fa aiutare dall’istinto e chi dagli dei. Moltissimi chiedono consiglio al venditore, e altri scelgono a casaccio.

DOMANDA 79 – pag.193 –
È vero che le pietre montate in un anello, è bene che tocchino il dito?

RISPOSTA PRATICA, DA OREFICE
Se la pietra tocca il dito, l’anello non si può più né stringere né allargare, per cui la pietra non deve toccare il dito.
FIABA
Oramai siamo abituati agli amori impossibili di Ravei Soolep, e questa volta lo vediamo impegnato a mandare messaggi telepatici, lettere, cablogrammi interspaziali alla sua bella Ddnael, di cui si è scoperto innamorato senza che, peraltro, Ddnael ne sapesse nulla. Intendiamoci, non è che si limitasse a sognare o a comunicare con lei tramite i costosissimi sistemi che la cibernetica di quel millennio era in grado di proporre; ogni tanto la andava anche a trovare. Le contava delle sue traversie, borbottava i suoi problemi con Janos, il calcolatore di bordo che non ne voleva sapere di triplicare la velocità per permettergli di stare un poco di più con lei. E lei gli contava di quando, piccolina, coltivava ciclamini in una aiuola che suo papà le aveva riservato, e come i suoi ciclamini fossero i più belli di tutti. E lui a spiegare che le nuove tecnologie di lavorazione di certe pietre potevano segnare una svolta nella gemmologia intergalattica e che, forse, c’era mezzo di mettere lo zampino in questa impresa colossale. E lei a contare che il suo sogno sarebbe di avere una casetta di campagna con cani, gatti, caprette, e di giocare con loro come bambini. E Ravei Soolep a dirle che si sarebbe volentieri travestito da caprone, e lei a metterlo, con una risata argentina, alla porta. Così, dopo una visita breve e impacciata, di nuovo nelle solitudini degli spazi stellari, a pensare a Ddnael, a spedirle messaggi, e a dirle che presto sarebbe di nuovo nelle vicinanze del pianeta Ter e che non vedeva l’ora di incontrarla di nuovo, e lei a rispondere che non era mica vero che erano così lontani, perché entrambi partecipavano a una bella vibrazione dell’universo, e lui a lamentarsi che queste visioni troppo ampie lo confondevano e che si sarebbe volentieri accontentato di vibrazioni più personali, che dei problemi dell’universo non glie ne importava nulla e che pensava che questo sentimento fosse ampiamente ricambiato dallo stesso universo, e che il tempo e lo spazio erano una truffa e un tranello per tenerlo lontano da Ddnael, ma che lui li avrebbe fregati tutti e avrebbe trovato il sistema di superare quegli stupidi limiti di tempo e di spazio perché, in effetti, siamo marziani. Lo abbiamo sempre sospettato, ma ce ne siamo resi effettivamente conto solo dopo che ci siamo incontrati. La vera natura marziana si è risvegliata in mille aspetti, e ha provocato lente ma decisive metamorfosi. Questo ha provocato problemi perché, una volta chiaro che non siamo dei terrestri, ci è anche diminuita la voglia di dimostrare ai terrestri in che cosa stanno sbagliando; probabilmente non sbagliano: si comportano da terrestri. Ma forse tutto questo è vero solo in parte. Non esistono né terrestri né marziani, ma solo solariani, che si esprimono a differenti stadi di evoluzione. E i gradi più elevati di evoluzione, portano a essere sempre più soli, e sempre più carichi di responsabilità. Prepariamoci. Il nostro incontro può portarci molto più in alto, e ancora più soli. É dei solari, essere soli, ma anche questo è vero fino a un certo punto! Parliamo di “essere” e di “avere”. È ben diverso un rapporto d’amore fra due che vogliono “avere” un rapporto d’amore, e due che vogliono “essere” un rapporto d’amore. Nel primo caso, ognuno cercherà di strappare all’altro un qualche cosa, ed entrambi ne usciranno impoveriti. Nel secondo caso, ognuno cercherà l’unità con l’altro, e ne saranno arricchiti non solo loro due, ma tutto ciò che li circonda. È lo stesso con le pietre preziose. Un conto è il rapporto di possesso, altra cosa è il rapporto di partecipazione. Il primo ti rende avido e meschino, il secondo ti arricchisce e ti può rendere partecipe non solo della bellezza e della luce della pietra che hai di fronte, ma di tutta la bellezza e di tutta la luce. Sono quei casi in cui le varie leggi della termodinamica fanno cilecca. Il fatto che a ogni azione corrisponda una reazione uguale e contraria, è vero per chi dalla natura e dalla vita vuole “avere”: se prendi, ti verrà preso. Questa banale regoletta algebrica cessa di avere validità ogni volta che c’è una vera partecipazione: per un semplice atto di amore disinteressato, possiamo partecipare all’Amore Universale, ….. e si rendeva conto che era caduta la linea solo dopo  che aveva parlato per molto tempo.
AFORISMA
Una pietra non finisce dove finisce la pietra, e un uomo non finisce ai confini della sua pelle.
PENSIERINO
Una carezza a fior di pelle, può essere più vibrante di una carezza-massaggio.
RISPOSTA
Prendiamo la pranoterapia. L’energia che si sprigiona dalle mani del terapeuta agisce meglio a distanza di qualche centimetro, piuttosto che a diretto contatto della pelle. In effetti, un corpo, qualunque corpo, non fini-sce ai confini della sua materia grossolana, ma continua, a vari livelli, negli spazi e nei tempi. Così una pietra può entrare in contatto fisico con il dito di chi la indossa, e questo è ritenuto bene da gran parte della tradi-zione in merito. Ma può essere che l’aura psichica della persona entri in contatto con l’aura energetica della pietra, e ciò può innescare un rapporto vibrazionale di potenza ben maggiore. Molti cultori della New Age ritengono che questo sia il modo corretto per indossare una pietra: a pochi millimetri dal corpo, dopo che la pietra è stata in qualche modo “purificata” dalle forti esperienze che la hanno portata fino a quell’anello, e fino a quel dito.

btt