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Mura Spagnole

Mura Spagnole, i “Bastioni” di Pavia. Un tempo cingevano possentemente la città. Poi, ai primi del ‘900, pare per dare lavoro ai disoccupati e per non avere problemi di manutenzione, le hanno smantellate. Che cosa terribile, rinunciare a mura così massicce e belle, che sarebbero potute essere un forte richiamo turistico, e bla e bla e bla. Qualche resto è ancora in piedi, a ornamento di un posteggio in viale Gorizia. Se c’è rimpianto per le mura che non ci sono più, chissà con che cura e amore vengono trattati i mattoni che hanno retto alla distruzione dei periodi bui!

Crepe larghe una spanna, un buco scavato alla bell’e meglio per passare dall’altra parte, un’aria di disarmo, fra spazzatura, erbacce e vestiti strappati dal contenitore degli abiti usati e poi abbandonati.

Ma, sulla cima, ci sarà sicuramente un bel terrazzo per godere di una visione panoramica della città e dell’Orto Botanico…” Il fatto è che Pavia non ama le visioni panoramiche, forse perché “Occhio non vede, cuore non duole”. Se non c’è una sola torre accessibile all’interno, figuriamoci se c’è una scala per arrivare in cima al muraglione. Ma guardatelo: alti alberi che svettano nel cielo. Specialmente Bagolari, dalle potenti radici che affondano all’interno del grosso muro che, per questa ragione, si sta preparando a un crollo prematuro. La cima è frastagliata per i pezzi caduti. Sopra all’orrendo buco di passaggio c’è una griglia di protezione; arrugginita, ma utile. Quegli alberi sono imbarazzanti. Le loro radici devastano il muro ma, in qualche modo, lo tengono assieme. Sono un pericolo, sia se le si lasciano crescere, sia se le si tagliano, perché le radici morte non tengono come quelle vive. Forse, bisognerebbe una costante e abile potatura per mantenerle in vita senza però lasciarle crescere… Forse, sarebbe stato meglio abbattere anche questi pochi metri di muraglione: un problema e un pericolo in meno. Se poi si attraversa il buco, dalla parte dove le mura sono più nascoste, si può godere della vista di una piccola foresta abbarbicata sulla parete. Giganteschi bonsai.

Paolo Severi
——- uno stralcio di questa lettera è stato pubblicato dalla Provincia Pavese il giorno 3 maggio 2007.

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