
Le pietre preziose sono costruzioni di luce. Le gemme sfaccettate giocano coi riflessi interni per dare brillii e guizzi e scintille, mentre i cabochon mirano a raccogliere la luce anziché a disperderla. Una volta raccolta, questa luce può essere restituita all’esterno in vari modi, ma il più curioso è il fenomeno dell’asterismo. Certi cabochon, se illuminati da una unica fonte di luce, presentano una stella luminosa a sei braccia che si muove sulla sua superficie. La ragione non è del tutto chiara. Pare dipenda da microscopiche inclusioni di cristalli di rutilo isoorientati che impongono alla luce dei percorsi preferenziali. Però molte pietre sono zeppe di rutilo e non hanno la stella; altre sono limpide, altre torbide e hanno una bella stella. In taluni esemplari la stella è superficiale, e in altri le linee luminose assomigliano a delle lame che attraversano completamente la gemma. Altro curioso fenomeno è che, spesso, la stella appare staccata di qualche millimetro dalla superficie della pietra, e questo comporta delle serie difficoltà per chi vuole fotografarla: o si mette a fuoco la stella, o la pietra. Inoltre, la stella si muove, al muoversi della pietra, in senso contrario a quello che ci si aspetterebbe,

– La formazione cristallina evidenzia due stelle: una fissa (trapiche) e una luminosa mobile. I due esemplari sono strati ricavati da un unico cristallo e pesano più di 100 carati.
– Zaffiri stellati di Sri Lanka
perché il fenomeno dipende da cause interne alla struttura del cristallo, e non solo superficiali. Nelle pietre preziose si ricerca la pulizia del cristallo. Ciò è dovuto ad una sorta di “trasferimento culturale” delle informazioni che si hanno sul diamante, che la attuale promozione vuole senza segni visibili a dieci ingrandimenti. Una pietra può essere molto gradevole anche se ha delle inclusioni visibili al suo interno. Negli zaffiri stellati, la cosa principale è la stella; in secondo piano viene il colore, e infine la pulizia della pietra. Ciò è molto bello, perché aiuta ad apprezzare una cosa per le emozioni che è in grado di suscitare, e non per quanto quella cosa si avvicina a dei canoni di gradimento imposti da altri. Lo zaffiro stellato, anche sotto quest’aspetto, è una gemma meravigliosa; non ne esistono due uguali, ma ogni gemma ha una sua personalità e una sua storia da raccontare. Se la pietra è limpida, stupisce per il suo tono liquido; se è torbida, non si capisce come da quel grigio possano scaturire raggi di luce così nitidi; se è trasparente con vistose inclusioni, sembra che in un cielo corrusco il sole filtri fra le nuvole con dei raggi che attraversano l’orizzonte.
In ogni caso, tutte queste sensazioni vengono vissute con interiorità; non sono pietre da ostentare, ma da partecipare. Normalmente sembrano tranquilli cabochon, ma basta un raggio di luce e si accendono di magia. Lo zaffiro stellato è la prima pietra per chi vuole qualcosa al di là di diamante, smeraldo, zaffiro e rubino. Il suo valore è molto variabile; con veramente poco si può avere una pietra simpatica, fino ad arrivare a quotazioni da capogiro per gli esemplari più importanti. Esistono, ovviamente, anche zaffiri e rubini stellati sintetici, ma qualunque laboratorio di analisi gemmologica è in grado di sciogliere eventuali dubbi.
Il problema si complica invece sul colore. Se si prende un corindone nel cui interno c’è del rutilo, e lo si scalda ad elevate temperature (pochi gradi meno del punto di fusione), il rutilo si diffonde e la pietra diventa molto più blu di prima. Così facendo, si perde la stella, per cui, fino a pochi anni fa, si era tranquilli: se c’è la stella, il colore è naturale! Poi, si è scoperto che se, in fase di raffreddamento, si lascia la pietra per un certo periodo alla temperatura di ricristallizzazione del rutilo (circa 1.600o c.), si riforma la stella, senza perdere la nuova intensità cromatica! A questo punto, diventa difficile stabilire se la pietra ha colore e stella naturali, o se sono stati intensificati in laboratorio. Quanto detto, vale per le pietre più importanti, di un raro colore blu intenso, trasparenti e senza segni; per tali pietre vale la pena di richiedere un certificato di autenticità da un laboratorio qualificato. Per le altre pietre, si può stare tranquilli; se ci sono molti segni, nuvole, ali di mosca, colori misti e stravaganti, nebulosità diffuse, vistose striature di colore, cristalli visibili all’interno della pietra, tale gemma esploderebbe se trattata a forti temperature, per cui si tratta di pietre assolutamente naturali, con il colore naturale, con la stella naturale, con i segni, le inclusioni, le zonature di colore, le caratteristiche che fanno di quella gemma una cosa unica al mondo, la sua personalità, quel pizzico di fascino che te l’ha fatta scegliere fra molte altre, tutto assolutamente unico, irripetibile e naturale! E, pur trattandosi di pietre uniche e simpaticissime, non costano nemmeno troppo.

Rubino stellato birmano di circa 7 ct. Per la buffa terminologia sui colori, siamo di fronte al famoso “sangue di piccione”.
Gli zaffiri amano giocare con la luce. Taluni esemplari sono di colore azzurro in luce naturale, e divengono viola in luce artificiale. Quando questo fenomeno si unisce alla stella, il gioco diventa davvero emozionante. Esistono (più uniche che rare), gemme che, azzurre in luce incidente, diventano rosse se guardate controluce. Ma la capacità di giocare con la luce degli zaffiri va al di là dei soli aspetti estetici. Se prendiamo un cristallo di rubino massivo indiano, lo vediamo glabro, opaco, con la tipica forma della doppia piramide esagonale.
Se arrotondiamo una punta e la lucidiamo, talvolta appare una tenue stella. Questo significa che quel glabro ciottolo sa giocare con la luce. E, se sa giocare con le radiazioni luminose a noi visibili, saprà incanalare, dirigere, amplificare anche altri tipi di radiazioni non visibili. Così, da alcune migliaia di anni, cristalli di rubino indiano massivo vengono così lavorati per ottenere delle “pietre da massaggio” utilizzate dai cultori della medicina Ayurvedica. Sono sassi molto suggestivi, densi di un fascino pregnante che va molto al di là del loro costo modesto. Vengono utilizzati sui Ciakra, lungo i meridiani noti all’agopuntura, come attivatori dell’“aura”
Zaffiri e rubini stellati sono ottimi per gioielleria moderna, tradizionale, per donna e per uomo. Sono ottimi anche per scopi diversi dalla gioielleria, e sono fra le pietre più ricche di personalità esistenti.

Coppia di rubino e zaffiro stellato. Provenienza Sri Lanka.

Rubino stellato con stella particolarmente evidente.
La stella a sei raggi appare per via di certe tensioni ottiche all’interno del cristallo che, ricordiamo, è un prisma o una piramide a sezione esagonale. Molto raramente, esistono tensioni nelle tensioni, e la stella appare a dodici raggi. Si tratta di esemplari di grande rarità e di alto collezionismo, difficili da trovare anche in fotografia!

Zaffiro stellato azzurro grigio. Provenienza Sri Lanka.

Straordinario zaffiro stellato con 12 raggi. Provenienza Thailandia.
Esistono due occasioni in cui è possibile vedere assieme sole e stelle. Nei rarissimi momenti di eclisse, e quando il sole illumina i rarissimi zaffiri e rubini stellati. Ciò ha ispirato complesse mitologie e leggende, che ho cercato di tradurre in una poesia, dove gli zaffiri stellati sono il frutto dell’amore di una stella e di un raggio di sole in un magico momento di eclisse.
LA LEGGENDA DELLO ZAFFIRO STELLATO.
Phiresta.
Era un azzurro principe ed era figlio del Sole,
e sempre ne seguiva il carro immerso nel blu e nella luce.
Ma nei suoi sogni vedeva una stella;
brillava nel buio e al chiaror della luna,
e sognando se ne innamorava,
e da sveglio sempre a lei pensava.
Arsapphi.
E’ una piccola stella
che brilla con mille sorelle
nel buio o al chiaror della luna.
Ma nei suoi sogni vedeva
un principe sul carro di un sole
immerso nel blu e nella luce
e sognando se ne innamorava
e da sveglia sempre a lei pensava.
Gudistar.
Era un dio bonario
che orbitava i soli e i pianeti,
e un giorno organizza un’eclissi
e il blu cielo è trapunto di stelle
e Phiresta si abbraccia ad Arsapphi
e la terra ne ospita i figli.
Star Sapphires.
E’ il nome dei figli
di una stella e di un raggio di sole
e la pietra blu cielo si accende
di una stella che brilla sol quando
è baciata da un raggio di luce.
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SCHEDA TECNICA DELLO ZAFFIRO STELLATO
Vale la scheda tecnica del corindone.
Il corindone (Al2O3), cristallizza nel sistema trigonale, e generalmente con la forma di una doppia piramide esagonale. Ha durezza (9); anche se di molto inferiore a quella del diamante, è fra i materiali più duri della terra. Può esprimersi nei colori rosso (e si chiamerà rubino), blu (zaffiro), giallo (pudmaraga o zaffiro giallo). Inoltre può essere arancione (padparaska o zaffiro arancione), viola, grigio, verde, marroncino. La varietà incolore è anche chiamata “leucozaffiro”. Talune pietre, lavorate a cabochon, presenta-no il simpatico fenomeno dell’asterismo; sono gli zaffiri e i rubini stellati. Peso specifi-co:3.99=; Indice di rifrazione:1.760-1.768=; Birifrangenza:0.008=. Provenienze: Sri Lanka (Ceylon), Australia, Birmania, Kashmir, Kenya, Montana, Siam. I giacimenti sono generalmente alluvionali. Si dice che gli zaffiri di Ceylon sono chiari, quelli austra-liani sono scurissimi, quelli del Kashmir sono da sogno e così via. Purtroppo non è così semplice, perché esiste materiale chiaro e scuro, bello e brutto in tutte le cave di estrazione, e spesso non è agevole stabilire la provenienza della gemma. Attenzione: Zaffiri e rubini sono pietre preziose per eccellenza, e la ricerca di materiali sintetici molto simili ai naturali ha prodotto pietre che possono trarre in inganno. Inoltre il corindone naturale si presta a essere manipolato in laboratorio: con trattamenti termici, radiazioni e altre diavolerie, è possibile fargli cambiare di colore. La pratica più in uso è quella di trasformare i “Gheuda” (zaffiri lattiginosi con colore biancastro azzurrognolo) in zaffiri di un bel colore blu, oppure quelli nerastri in un colore blu scuro.