(L’Anello della sensualità)

Se la primavera non venisse per ogni fiore, ci sarebbe qualcosa di sbagliato nella primavera.
L’anelito del fiore a sbocciare, distillare profumi, attirare insetti e polline e così riempire la brughiera di colori, brusii, musica e occhieggiamenti, è parte della stessa primavera; è lo stesso anelito d’amore di tutti i palpiti d’amore. Malgrado ciò, certi fiori sbocciano in ritardo, e taluni avvizziscono senza aprirsi. C’è abbastanza sole per fare sbocciare tutte le primavere. La primavera, se la misuri coi profumi dei sogni, la freschezza delle idee, le carezze delle illusioni, è qualcosa che ti starà sempre di fronte, e mai alle spalle. E allora scrollati di dosso quei pochi inutili petali secchi, e godi del brivido dell’aria, della rugiada, del vento, dell’emozione di nuovi balli e di nuovi amori, del canto morbido e sfrenato di una perenne primavera. Una goccia di olio di sandalo ogni novilunio, fra il dito e le pietre dell’anello. Un crisoberillo brillante e gaio; e un minuscolo rubino rosa, con la festa di un brillio scatenato, ma senza la maturità di un rosso troppo serioso. E anche un brillantino, piccolo, ma luminosissimo. Lo userai un po’ di più sulla mano destra, e non importa se da solo o con altri anelli. E giocherai con la sua luce, e vi vedrai il tuo volto riflesso.