
ORI e GEMME
Paolo e Francesca Severi
Pavia, Basilica di San Michele, capitello sulla facciata
I draghi hanno le ali ripiegate perché, volando, non potrebbero abbracciarsi. Ogni draghetto si aggrappa anche a sé stesso. Per conoscere e amare gli altri, devi conoscere e amare te stesso.
I due draghi non volano, non strisciano, non sono immobili ma vibrano nell’anelito di superare le barriere del tempo per generare una nuova vita. L’amplesso si snoda lungo lo spigolo verticale del capitello, si annullano destra e sinistra, alto e basso, prima e dopo, maschile e femminile. Non sono più individui separati, ma sono un’unità che continuerà anche dopo che l’intima unione si sarà sciolta e i draghi torneranno a volare.
Il loro bel volto è molto umano, perché l’evoluzione continua, oltre di noi.
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(Esistono anche altre interpretazioni, ma ognuno è libero di dire la sua)
Capitello romanico del IX secolo. Riproduzione fedele in argento brunito o in oro eseguita artigianalmente in esemplari unici.
Si ringraziano l’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi di Pavia e la Basilica di San Michele per la collaborazione
Cosa raccontano le sculture romaniche?
Le sculture romaniche sorgono in Europa qualche secolo prima dell’anno Mille, con alle spalle una tradizione culturale tramandata oralmente da innumerevoli generazioni. I loro messaggi non erano in contrasto con religioni, re e principi, però non erano allineati. Eravamo in pieno oscurantismo, così, anziché distruggerle, hanno “oscurato” quasi tutte le sculture, decolorandole e pitturandole di grigio.
A Pavia, in molti anni ho studiato centinaia di sculture romaniche (Basilica di San Michele, San Pietro in Ciel d’Oro, Santa Maria in Betlem, Musei Civici). Posso assicurare che la loro interpretazione è coerente e semplice. Non c’è lotta fra bene e male, non ci sono mostri che sbranano qualunque cosa gli capiti a tiro, non ci sono scene di violenza. È sufficiente eliminare questi pregiudizi, e le sculture romaniche ti possono raccontare storie di una dolcezza infinita.
Con queste fedeli riproduzioni in argento o in oro intendo portare il fascino di queste sculture, e dei messaggi a esse legate, fuori dai confini della chiesa o del museo. E che possano tornare a far vivere gli slanci emotivi e gli aneliti alla Luce che, da sempre, hanno accompagnato il meglio dell’umanità.