I MILLE COLORI DEL NERO
La prima cosa da sapere sul nero, è che il nero non esiste. Per “nero” si intende una miriade di cose diverse, che possono essere radiazioni elettromagnetiche non visibili dall’occhio umano, come la loro totale assenza. Il nero non è all’esterno di noi, ma è dentro di noi. Per “nero”, normalmente intendiamo tutto ciò che è fuori dalla nostra percezione cromatica.
Quando la scienza ha cominciato a indagare sulle radiazioni elettromagnetiche non visibili, la tecnologia ha generato una nuova era storica. E ha toccato solo gli aspetti “quantitativi” di alcune radiazioni. Gli aspetti “qualitativi” non fanno vibrare le lancette degli strumenti, ma fanno vibrare la sensibilità di chi (e sono pochi, ma non pochissimi), riesce in qualche modo ad entrare in sintonia, ad avere un contatto diretto con talune energie che permeano il Creato. Molti sensitivi prediligono le pietre nere come canalizzatori di energie percettive. Il mio rammarico è di non essere uno di questi. Ho conosciuto gente incredibile, dagli imbroglioni più grossolani, agli illuminati più straordinari, da chi pensa che sia sufficiente consultare una tabella, a chi ti fa prendere la scossa facendoti toccare una pietra.
Prova a pensare a una pila elettrica. All’interno c’è il buio più totale, ma l’energia potenziale che racchiude è in grado di illuminare, scaldare, fare rumore, azionare motori, insomma, il nero è anche energia potenziale.
Il Nero è la culla del Tutto.

Sabbia nera, costituita di magnetite. La si può raccogliere sulle spiagge con una calamita, e per molti bambini è fonte di meraviglia vedere questi granelli neri che sfidano la forza di gravità per disporsi lungo strane linee di forza.

– Cristalli di quarzo nero, perfettamente formati e biterminati. Il quarzo, che lo si intende normalmente incolore, non cessa di stupirci per l’incredibile varietà di forme, di colori e di non-colori in cui sa manifestarsi.
– Cristallo di tormalina “sciorlite”. La storia dell’accrescimento del cristallo, è manifestata dalle strie parallele di questa superficie speculare naturale.
– Tectite. Di probabile provenienza siderale, questi inquietanti ciottoli si impongono con drammaticità, anche in assenza di colori.

– Sillimanite gatteggiante
– Diopside stellato (Black star)

– Zaffiro stallato (12 raggi)
– Sfera di meteorite (Namibia/Gibeon)

– Aegirina con quarzo fumè
– Aegirina con ortoclasio

– Shungite grezza
– Shungite burattata
E IL BIANCO?
Secondo la teoria del Big Bang, il bianco, cioè la luce, è nata dal nero, vale a dire dal buio. Siamo alle solite, la luce del Sole non è bianca, essa è una moltitudine di radiazioni elettromagnetiche, una ristretta gamma delle quali è da noi percepita come colore solo dopo che un qualche oggetto ne abbia assorbito una parte. Di fatto, la luce del sole è nera come tutto il resto. Questi raggi, quando incontrano un oggetto, mutano: o vengono assorbiti, o respinti. I nostri occhi percepiscono questo cambiamento come “colore”, ma è un artificio, una invenzione di chi ci ha progettati. I colori esistono solo dentro di noi. Quanto detto vale sia per i colori in assorbimento, sia per quelli in emissione. Una lampadina rossa emette radiazioni che noi percepiamo come luce rossa. Tutto ciò è talmente comodo, che pensiamo che i limoni siano gialli, mentre abbiamo appena dimostrato che sono neri. Noi li “percepiamo” come gialli, e quindi siamo convinti che lo siano.
Uno dei risultati di questo semplice ragionamento è che, se i colori sono dentro di noi, non ha senso considerare il bianco o il nero come cose diverse dagli altri colori. Essi sono colori come tutti gli altri, vale a dire un valido aiuto alla nostra sopravvivenza e alla nostra capacità di giudizio. Se un fazzoletto lo percepisco come bianco, un altro come nero, e un altro ancora come giallo, non c’è motivo di dire che il giallo sì che è un colore, mentre il nero e il bianco no. Dire che il nero è l’assenza di colore, il bianco la somma di tutti i colori e l’incolore la potenzialità di ogni colore, è un elegante modo per sottolineare il fatto che esistono diversi tipi di colori.
Dato che i colori nascono nella retina dei nostri occhi in seguito a reazioni elettrochimiche dopo che fasci di radiazioni hanno attraversato il gruppo di lenti organiche che è il nostro occhio, per parlare compiutamente di colori bisogna riferirsi alle corrispondenti radiazioni elettromagnetiche, alle leggi ottiche, alla fisiologia dei nostri occhi, oltre che alla cultura, alla psicologia e a molti altri fattori. Pensare alla Teoria dei Colori solo come a una branchia della fisica ottica, è una semplificazione inaccettabile. Sarebbe come studiare la formica senza tenere conto del formicaio.
E IL GIALLO?
Nella scala cromatica è il colore primario mediano fra rosso e blu. Con “scala cromatica” mi riferisco alla “Teoria Tradizionale dei colori”, in cui i colori si susseguono nell’ordine rosso, arancione, giallo, verde, blu, viola. In questa scala non compaiono indaco e violetto (che sono gradazioni del viola), e nemmeno bianco, nero, ciano, magenta, marrone e incolore.
Oggi sono di moda altri algoritmi cromatici. In essi si parla di ciano, magenta e giallo. Si tratta di classificazioni nate per i computer, e che hanno validità sono il quell’ambito. (Il colore “magenta” è talmente nuovo che lo stesso computer non lo riconosce come colore, ma come città, così il correttore automatico lo rende maiuscolo).
Giallo. Ho dimostrato altrove che il giallo scuro non esiste https://oriegemme.it/pietre-da-leggere/giallo-scuro/, e che ciò dipende dal fatto che, essendo il colore centrale, è il più lontano dagli estremi (per noi umani, dall’infrarosso in poi e dall’ultravioletto in poi è sempre nero), per cui non ne è influenzato. Per questa ragione sarebbe corretto considerare una scala cromatica con origine dal Giallo, e che si espande e contrae di frequenza ai lati, generando gli altri colori.
Lascio questa possibile rimodulazione al tempo futuro.
E IL VERDE?
Il nostro occhio ha molti più sensori dedicati al verde che per gli altri colori. Chi ci ha progettati sapeva che ci saremmo dovuti districare fra foreste, boschi e savane, dove il verde predomina. La componente funzionale è più forte di quelle fisiche! Tanto vale fare una digressione e parlare del grigio. I nostri occhi sono strutturati per avere una percezione di ciò che ci circonda anche quando la luce è talmente poca che non riesce a eccitare il cromatismo della natura. Nel buio quasi assoluto “spegniamo” i sensori cromatici e ne attiviamo altri, dedicati alla semioscurità, e abbiamo una visione in tonalità di grigio. Assolutamente indispensabile per la sopravvivenza. È quindi assodato che la percezione visiva è funzionale alla sopravvivenza, non dimentichiamolo mai. Bene. Il verde domina sulla terra ferma, che è il nostro habitat, e siamo attrezzati per percepirlo con maggiore precisione degli altri colori. Qual è il colore meno usato nell’abbigliamento e nell’arredamento? Il verde! In casa e nei nostri vestiti ci vogliamo sentire protetti e al sicuro, mentre al verde associamo attenzione, pericolo, lavoro e fatica. E qual è allora la fortuna dello smeraldo? È una pietra di potere, di dominio sulle difficoltà, di superamento delle paure.
Riassumendo: il Nero è il colore più importante, ma anche il bianco, il giallo, il verde e il grigio. Non siamo neanche a metà strada, e già è chiaro che non c’è gerarchia fra i colori. Non male.
E L’ARANCIONE?
Come il verde, è un colore complementare, in quanto frutto dell’unione di due colori primari. Simmetrico al verde, che è il colore più presente sulla terraferma, è un colore non tanto comune. Forse per questo è così amato. Mentre in natura c’è una ridondanza di marrone (che è composto da una miscela di molti colori), c’è scarsità di arancione, che è composto di Giallo e Rosso.
È un colore sacro per molte religioni; i buddisti lo usano sovente con il marrone. Specialmente in questo abbinamento dà una sensazione di armonia e serenità. Ovviamente, se religioni antichissime lo ritengono un colore sacro, vuol dire che è un colore molto, molto importante.
E IL ROSSO?
Il Rosso è il primo colore visibile, prima di lui c’è l’Infrarosso, poi le microonde, le onde radio… Già sappiamo che la luce a noi visibile occupa uno spazio molto ristretto fra le onde elettromagnetiche; solo gli infrarossi occupano uno spazio cinque volte maggiore.
Anticipo che, dopo il Viola, anche l’ultravioletto occupa uno spazio di cinque volte maggiore a tutte le frequenze visibili, per poi continuare con i raggi X, i raggi Gamma, i raggi cosmici… Se con una manciata di colori il nostro mondo è così bello, chissà cosa non sarebbe se potessimo percepire anche altre frequenze, ma non fantastichiamo e torniamo al Rosso, il primo colore. Sangue e rubino. Passione allo stato puro, in effetti è il colore più caldo di tutti. Chi lo sa, forse è anche il più importante.
E IL BLU?
Il cielo, il mare, il lago, il fiume… e poche altre cose. Ce n’è talmente tanto nelle cose grandi, che sembra normale che ce ne sia poco nelle cose piccole. In gemmologia è famoso il “Blu Manto di Madonna”, per designare la più bella tonalità degli zaffiri. Ci si riferisce alle vetrate delle cattedrali che, illuminate dal sole, fanno risplendere il manto della Madonna… solo che sono rarissime le cattedrali con queste raffigurazioni, e tutte hanno dei blu differenti. Però pare assodato che la Madonna avesse un manto blu. Pensate di quanta irrazionalità, se non addirittura magia, è intrisa la cultura dei colori. Sono elementi della Manifestazione più qualitativi che quantitativi, per questo ogni tentativo di irregimentarli in tavole cromatiche, tabelle e schemi è sempre approssimativo. Chiunque abbia una infarinatura di fotografia, sa che il bianco è il colore più difficile, perché cambia con le ore del giorno, con il tipo di luce, con l’affaticamento degli occhi… e lo stesso vale per tutti i colori. Ed è anche per questo che i colori sono così affascinanti: osserva un paesaggio in cui il mare si confonde con il cielo. Mille tonalità di blu, nelle quali è troppo bello perdersi. È chiaro che il blu è il colore più importante di tutti.
E IL VIOLA?
Il viola è un colore diverso dagli altri. Allo stesso tempo lo si trova nell’iride dopo il blu, lo si ottiene mischiando rosso e blu e, a ben vedere, prima che il rosso sconfini con l’infrarosso, c’è una zona di porpora… insomma, ci sono quanto meno tre tipologie di viola. Dopo il viola e prima del porpora le radiazioni elettromagnetiche sono a noi invisibili. Questi viola sono “le Porte dell’Invisibile”. Per questa ragione sono considerati colori sacri in moltissime Grandi Tradizioni. Ragione più che sufficiente per decretarne la supremazia sugli altri colori.
E IL MARRONE?
È il colore del terreno. È formato dalla mescolanza di più colori, ha una individualità e una personalità tutta sua. È sempre armonico, in qualunque abbinamento cromatico, insomma, va d’accordo con tutti i colori. La sua onnipresenza ne fa, ovviamente, il colore più importante di tutti.
E L’INCOLORE?
Prova a pensare se l’aria fosse colorata, tipo il fumo di un vulcano. Non vedremmo un accidente di niente. Anzi, è proprio grazie alla trasparenza del vuoto e dell’aria che possiamo vedere. Quindi l’Incolore, essendo la potenzialità di ogni altro colore, pur non essendo propriamente un colore, è il più importante di tutti.
E con questo ho dimostrato che ogni gerarchia cromatica è illusoria. Però l’Incolore è il colore più mistificato di tutti. Più un diamante è incolore, più lo si definisce “bianco”, mentre c’è una enorme differenza fra il latte bianco contenuto in un bicchiere e il vetro trasparente e incolore di quel bicchiere.
GLI OCCHI
Con questi appunti ho cercato di dimostrare la mia gratitudine verso Madre Natura per avermi dato gli occhi, gli altri sensi, e un mondo meraviglioso in cui muovermi.
PIETRE NERE
TECTITE
Parlando di pietre nere, cominciamo con una che non è una pietra e che non è nemmeno nera. La “Tectite” che, fra l’altro, non si sa nemmeno di preciso che cosa sia. Vetro naturale, di origine vulcanica ma anche siderale, chi lo sa. È probabile che, nella sua gioventù, la Terra fosse più focosa, e che i vulcani eruttassero con tale foga che i lapilli per milioni di anni hanno continuato a ruotare come minuscoli satelliti oltre alla stratosfera fino a che, stanchi, sono ricaduti sulla Terra mantenendo però il ricordo e la forma plasmati dallo spazio. Vetro naturale nero, ma se lo fai attraversare da una forte luce, non è più del tutto nero. Ciò che è certo, è che giocherellare con una tectite, sentirne la morbida rugosità, la potenziale tagliente dolcezza, la storia così diversa dalla nostra… eppure così simile, perché anche noi siamo un po’ come stelle cadenti.
TORMALINA NERA (SCIORLITE)
Figuriamoci se la tormalina, capace di esprimersi in tutti i colori, talvolta anche con più colori nella stessa pietra, non si compiace di cristallizzare anche nel colore nero! Bene, la tormalina ha spiccate proprietà piezoelettriche, comprimendola scatena scintille e strofinandola attira carta e altri oggetti in quanto si carica di energia elettrostatica. La sua capacità di interagire con energie a noi non visibili ne ha decretato la fortuna come catalizzatore – canalizzatore di energie (come e più del quarzo). C’è chi sostiene (non so su quali prove), che la bacchetta magica del Mago Merlino (e di chissà quanti altri maghi), fosse proprio un cristallo allungato di tormalina. Secondo me, si trattava di tormalina nera.
GRANATO
Se quanto sto per dire suona stravagante, leggete questo articolo https://oriegemme.it/pietre-da-leggere/giallo-scuro/ , e allora sì che capirete cosa vuol dire la stravaganza nei colori. Lì dimostro come il rosso possa essere talmente scuro da non distinguerlo dal nero, cosa invece impossibile per il giallo. Bene, il granato può avere un colore rosso talmente intenso che lo diresti nero, salvo poi ricredersi se lo fai attraversare da una forte luce. Rosso latente nel nero. Non so su quali basi, ma alcuni antichi testi pare che attribuissero ai granati in generale, e a quelli molto scuri in particolare, la capacità di rinvigorire le energie sessuali.
DIAMANTE
È bello sapere che il diamante, conosciuto come la pietra più incolore di tutte, possa anche cristallizzare nel colore nero. Bianco e nero non sono colori complementari, ma sono comunque uno l’opposto dell’altro, anche se di diamanti bianchi non ne ho mai visti, ma tuttalpiù incolori, che non è per niente la stessa cosa. Insomma, ragionare troppo sui colori non va nemmeno bene, è meglio viverli. Però qualche nota tecnica e pratica mi va di riferirla: i diamanti neri sono diventati di moda e, come dice il saggio, “piatto ricco mi ci ficco”, per cui bisogna guardarsi dalla “Moissanite nera sintetica”, molto simile al diamante nero. Con le pietre preziose bisogna sempre stare attenti.
EMATITE
I minerali di ferro sono bizzarri. Certuni sono magnetici, altri hanno una cristallizzazione impressionante. Ma non voglio parlare di abiti cristallini e altre squisitezze tecniche. L’ematite può avere un lustro veramente notevole, sia nei cristalli naturali, sia nei pezzi lavorati. Un giovane tagliatore che lavora un grezzo di ematite, normalmente si stupisce che la polvere colori di rosso l’acqua e, se il tagliatore non continua a stupirsi per questo fenomeno col passare degli anni, vuol dire che non è mai stato giovane. Probabilmente questa pietra deve il suo nome a questa caratteristica, ma il problema è un altro. Il colore nero, quando lucidato a specchio, diventa riflettente, e ciò sembra contraddire le caratteristiche del nero ma, come spiegato, il nero non esiste. Grigio scuro? Non ha importanza. Questa pietra è allo stesso tempo semplice e carica di mistero, ma cosa non lo è?
ZAFFIRO NERO DEL MADAGASCAR
Il blu, come il rosso, può diventare talmente scuro da sembrare nero. Continuo a ripeterlo: “Le porte dell’Invisibile devono essere visibili”. Oltre a questo blu, i nostri sensi si spengono e tutto è nero. Siamo in una sorta di limbo, di bagnasciuga delle percezioni, siamo quasi ai bordi dell’Infinito. Se illuminiamo fortemente questa pietra, specialmente se lavorata a cabochon, si vede un blu che si muove, come un desiderio di uscire dal buio.
QUARZO NERO
Ci sono due tipi di quarzo nero: l’onice e il cristallo. I rari cristalli neri sono molto belli e misteriosi, mentre l’onice ha quasi sempre un’origine da rosticceria. Si prende un silicato poroso, generalmente un calcedonio, lo si fa friggere nell’olio d’autoveicoli esausto (nero), ed ecco fatto l’onice nero. Esiste anche l’onice naturale, ma raramente è di colore nero omogeneo.
PIRITE
Non è proprio nera nera, ma un grigio scuro lucido e riflettente. Che poi, se il nero è un colore difficile al punto che, per certi versi, non è nemmeno un colore, il grigio è addirittura impossibile. Le gradazioni del grigio vanno dal nero al bianco, senza però essere influenzate da altri colori, roba da perderci la testa, in quanto anche il bianco non è un colore come gli altri. Insomma, i colori sono una vera palestra. Sono aspetti misurabili della Manifestazione, eppure ogni loro classificazione ha delle zone di indeterminazione. La componente “qualitativa”, che non è misurabile, è prevalente sulla “quantitativa”, così ogni classificazione può essere utile in un certo ambito, ma non può avere valore generale.
OSSIDIANA
Se guardi un pezzo di vetro e della sabbia, è difficile pensare che siano forme diverse della stessa materia. Eppure, basta un po’ di calore, va beh, un po’ tanto calore, come quello all’interno di un vulcano, e la sabbia si trasforma in vetro. Sovente nero, talvolta con dei fiocchi bianchi (ossidiana fiocco di neve) e, in certi rari casi, con iridescente di tutti i colori. Quando era fusa, emetteva luce e calore. Solidificando, può essere nera. Un bel contrasto, quasi un gioco degli opposti. La luce del vulcano, la lava che scorre, si divide, solidifica. Perché mai lo stesso vulcano possa produrre rocce tanto diverse, bisognerebbe chiederlo al vulcano. Questi assurdi vetri naturali, se li spacchi si aprono in superfici lucide e curve, i loro bordi sono così taglienti che i nostri avi della mitica “Età della pietra” li usavano come coltelli e punte per frecce. A chi mai verrebbe in mente di usare la sabbia per fare dei coltelli?
SHUNGITE
Piuttosto antica (può vantare anche 500 milioni di anni) ha una lontana origine organica. Ha particolari caratteristiche elettriche. Una specie di carbone molto compatto, nero non molto lucido, che non sporca.. I sensitivi le attribuiscono particolari virtù.
EGIRINA
È un minerale appartenente alla sottoclasse degli inosilicati e al gruppo dei clino pirosseni. Cristallizza in prismi nel sistema monoclino e ha una frattura concoide. Può essere di vari colori, ma generalmente è nera. Malgrado i nomi difficili, è un materiale bellissimo. Quando accresciuta assieme a cristalli di quarzo, formano delle composizioni di raro fascino, con giochi di contrasti cromatici e geometrici che Madre Natura ha composto in momenti di grande compiacimento artistico. Se la bellezza è terapeutica, queste composizioni cristalline, beh, possono essere il rimedio per tutti i mali.
ALTRE PIETRE NERE
Cercando sassi sui greti del fiume o sul bagnasciuga del mare, si possono trovare pietre di molti colori, ovviamente, anche pietre nere. Inoltre, moltissime pietre conosciute come “preziose” possono essere (o sembrare) nere. A tutti è piaciuto raccogliere qualche pietra e portarla a casa per ricordo di un momento di intima partecipazione. È molto bello trasformare queste pietre in oggetti per arredamento, o in gioielli da indossare.
MA PARLIAMO FINALMENTE DI COLORI!
Cosa sono? Informazioni. Abbiamo degli organi sensibili a certe sollecitazioni che possono essere chimiche, sonore, tattili, vibrazionali, elettromagnetiche. I nostri organi di senso sono specializzati per recepire e diffondere talune sollecitazioni. Gli occhi recepiscono talune vibrazioni elettromagnetiche che, per comodità, chiamiamo colori. Tutto è funzionale alla sopravvivenza. Superata la soglia utilitaristica della mera sopravvivenza, si aprono le porte dell’arte, della cultura, della magia, della metafisica.
Io che sto scrivendo, tu che stai leggendo, siamo in questa situazione. Abbiamo superato i momenti di contingenza e di necessità, e cerchiamo di allargare i nostri orizzonti. Vogliamo capire, partecipare a qualcosa di più grande di noi, delle nostre immediate necessità, dei nostri limitati orizzonti. I colori sono un messaggio di luce. Vogliamo capire qualcosa di più su questa luce. La luce è qualcosa che viene dall’alto, dal sole, vogliamo capire qualcosa che vada al di là del nostro sole. Tenendo in mano una piccola pietra, vogliamo partecipare a tutte le pietre di questo pianeta e di questo universo. Partecipando a una vibrazione cromatica, vogliamo partecipare a tutte le vibrazioni. Ogni cosa è in qualche modo legata a ogni altra cosa, e vogliamo sentire il legame con il tutto. Se, in qualche modo, riesco effettivamente entrare in contatto con il nero di questa pietra, i miei orizzonti si possono allargare senza limiti sia negli spazi del nero sia in quelli della luce.
Abbiamo preso in mano una piccola pietra, nell’ingenua speranza che ci potesse in qualche modo aiutare in un nostro piccolo problema. Ci siamo trovati immersi in visioni metafisiche di indicibile bellezza.
Pietre, colori, parole. Che belle cose!

















