Pare che le pietre preziose si dividano in due categorie: i diamanti, e le pietre di colore. Le pietre di colore non sono i diamanti, anche se esistono diamanti di molti colori differenti, mentre lo sono le altre pietre, anche se molte di esse sono incolori. Inoltre, c’è pietra di colore e pietra di colore! Rubini, zaffiri, smeraldi sono sicuramente pietre preziose; probabilmente lo sono anche le acquemarine e i topazi, ma le altre, come granato, spinello, zircone, quarzo, tanzanite, come le chiamiamo? Pietre semipreziose? Anche se una alessandrite può valere molto più di un diamante? Inoltre, bisogna spiegare che esistono pietre completamente naturali, pietre completamente artificiali, e pietre parzialmente naturali. Non voglio dire che esistono solo pericoli e tranelli; tutt’altro! Pericoli e tranelli esistono per chi se li va a cercare, comperando pietre preziose senza intendersene, da venditori non qualificati, magari all’estero, con l’illusione di combinare chissà quale grande affare! Sì, perché le pietre preziose hanno delle caratteristiche uniche: danno piacere quando le cerchi, quando le comperi, quando le regali o le indossi e, se tutto va bene, possono dare anche una gran soddisfazione quando, dopo anni o generazioni d’utilizzo, le rivendi. Il piacere legato alle pietre preziose, e a quelle di colore in particolare, è legato a molti aspetti culturali differenti. C’è il senso del raro e del bello racchiuso in un minuscolo pezzettino di pianeta, il fascino dell’esotico e del mistero, il senso dell’affare. Ma il pianeta è diventato più piccolo, e le differenze di prezzo di una pietra preziosa in giro per il mondo non è così grande da giustificare il rischio di non potere più rintracciare il venditore nel caso di dubbi o contestazioni. Riassumendo: se volete comperare una pietra preziosa, acquistatela per la sua bellezza, per il piacere che vi può dare indossarla o vederla indossare, ma diffidate dai facili affari, e rivolgetevi solo a professionisti qualificati.
Qui di seguito, elenco qualche considerazione valida per tutte le pietre di colore.
Colore. Il colore deve anzitutto piacere. Non esistono regole dettate dall’alto che stabiliscono che lo zaffiro scuro vale più di quello chiaro. Tali regole le lasciamo volentieri al diamante con le sue tabelle e i suoi schemi, perciò lasciate perdere il rosso sangue di piccione (poveri piccioni), o il blu manto di Madonna (?). Guardate molte pietre, e lasciatevi guidare dal vostro personale gusto estetico; se poi lo smeraldo che scegliete è chiaro e brillante anziché scuro e torbido, vuol dire che va bene così. Inoltre, non esistono in natura due sole pietre con lo stesso preciso identico colore. Dato che però il mercato richiede certi colori più di altri, hanno studiato molti sistemi per modificare il colore delle pietre. Ovviamente, le pietre dal colore naturale valgono di più di quelle con il colore “rinforzato”, e solo un’accurata analisi gemmologica può stabilire se una pietra naturale ha anche il colore naturale.
Trasparenza. La trasparenza di una pietra è influenzata principalmente da due fattori: colore e inclusioni. Se il colore è troppo scuro, la gemma perde in trasparenza, e anche in bellezza. Se all’interno sono presenti troppe inclusioni, la gemma è spenta e sporca.
Brillantezza. La brillantezza è in relazione alla trasparenza e al taglio. Una gemma sfaccettata deve brillare, quindi deve essere di un colore non troppo intenso, abbastanza limpida, e lavorata in modo da esaltare la brillantezza.
Taglio: le pietre sfaccettate. Normalmente le pietre sfaccettate vengono così lavorate per esaltarne brillantezza e colore. La cultura del taglio del diamante, che deve essere sempre uguale a un certo schema, per le pietre di colore non vale. Il taglio deve esaltare i pregi e minimizzare i difetti, e il rigore della geometria finale viene in secondo piano. Una pietra con il padiglione (noto anche come “sedere”) alto, brillerà più di una pietra piatta. Ciò non significa che le pietre di colore debbano essere tutte sbilenche, ma diffiderei di lotti di pietre tutte uguali fra di loro.
Taglio: le pietre cabochon. Mentre le pietre sfaccettate debbono gettare lampi di luce e di colore all’esterno, e sono quindi fatte per essere viste da lontano, le lavorazioni a cabochon catturano luce e attenzione al proprio interno; desiderano essere osservate da vicino. Sono un invito all’interiorità.
Taglio: le pietre calibrate. Per quanto detto in precedenza, le pietre preziose devono essere vissute singolarmente, nella loro intima bellezza e unicità, fin dal momento della lavorazione. Se la personalità di una pietra viene piegata alle richieste del mercato, quella pietra viene sminuita nella sua preziosità e unicità. Con buona pace per i diamanti taglio brillante, per tutti i pavé, i contrarié e le pariglie.
Inclusioni. Nel diamante esiste la regola commerciale per la quale le inclusioni vanno esaminate con la lente a dieci ingrandimenti. Per le pietre di colore, bisogna sapere rinunciare alla lente. Se, a occhio nudo, la pietra appare limpida e trasparente, vuol dire che le inclusioni all’interno non disturbano, e non pregiudicano il valore della gemma.
Provenienza. Zaffiri di Sri Lanka, cave di Ratnapura; rubini birmani della regione di Mogok; smeraldi colombiani di Muzo. Attualmente, i certificati gemmologici più qualificati non citano la provenienza, per il semplice motivo che l’identificazione certa della provenienza è raramente possibile. Uno smeraldo può essere bello o brutto sia che provenga dal Brasile sia che provenga dall’Austria.
Fenomeni ottici. Specialmente le pietre lavorate a cabochon possono presentare fenomeni ottici come gatteggiamento (occhio di gatto), asterismo (pietre stellate), cangianza di colore (alessandriti, pietra di luna, labradoriti), cambiamenti di colori diversi (opale), vistosi pleocroismi (la pietra cambia di colore semplicemente muovendola, come le andalusiti.. Molte pietre presentano inclusioni e disegni suggestivi, e vengono cercate per questo.
Inclusioni. Certe pietre vengono ricercate per la bellezza delle loro inclusioni. Specialmente la famiglia dei quarzi può donare impressioni pittoriche di una bellezza indescrivibile. Quasi tutte le pietre, se esaminate al microscopio, danno gradevoli emozioni; certe pietre, queste emozioni le danno a occhio nudo.
Inclusioni fossili. Estremamente rare nei minerali trasparenti, hanno fatto la fortuna delle ambre che, già ricche di fascino per conto loro, acquistano una valenza quasi magica quando, al loro interno, racchiudono segni del passaggio della vita di milioni di anni fa. Le emozioni possono essere forti fino a turbare con le inclusioni di insetti, oppure dolci e sognanti con fiori e foglie. Comperando un’ambra, non dimenticate il piacere di esaminarla alla lente o, meglio, al microscopio.
Trattamenti. Se una collana di rubino lascia il colore rosso sul golf di chi la indossa, siamo di fronte a un trattamento grossolanamente fraudolento. Purtroppo, esistono trattamenti che, se non dichiarati, sono altrettanto fraudolenti, ma non così facili da diagnosticare. I trattamenti più diffusi non sono identificabili né a colpo d’occhio, né con la lente d’ingrandimento, ma richiedono un’accurata analisi gemmologica. È un argomento ampio e spinoso, e gli dedicheremo molte pagine.
Pietre da regalare. Le pietre sono bellezza, cultura, fantasia, fascino, magia, investimento, e mille altre emozioni ancora. Se si vuole fare un regalo, sconsiglio di lasciarsi suggestionare dalla pubblicità, e sconsiglio anche il “regalo – sorpresa”. Tale genere di regalo tende a spegnere la fantasia anziché ad accenderla. Molto, ma molto meglio scegliere assieme. Una cosa molto triste è quando il regalo assomiglia a un “buono”; vale a dire, la ricerca di un oggetto che si ritiene piacerà a chi lo riceverà. Se faccio un regalo, e non me la sento di scegliere assieme all’altra persona, è meglio se rischio un po’, e ci metto un po’ della mia di fantasia, piuttosto di cercare di indovinare cosa l’altra persona avrebbe comperato per se stessa.
Pietre da regalarsi. Collezionare pietre è una disciplina assolutamente meravigliosa, “che intender non la può chi non la prova”. Personalmente, amo moltissimo la mia collezione di pietre, di cui sono gelosissimo. Le ho scelte per le emozioni più o meno irrazionali che mi hanno suscitato, più che per la loro rarità o valore. Ma si possono impostare collezioni in mille modi diversi: dall’ordine alfabetico, a quello geografico, a quello cristallografico, si possono collezionare solo quarzi, o pietre particolarmente rare, o con fenomeni ottici particolari… Dicevo che sono geloso della mia collezione, e so di non essere un caso isolato. È raro che un collezionista venda o scambi qualche pezzo.
Cosa abbiamo detto in questo capitolo? Forse niente d’importante, ma abbiamo preparato il terreno a uno studio più approfondito sulle pietre, sui loro colori, sulle loro storie… Buon viaggio!