
Sfera di quarzo (cristallo di rocca). Aghi di rutilo, inclusioni a nuvola, bollicine, giochi di luce e un pizzico di magia: questa è la sfera di cristallo.

Fantasia di cabochon: occhio di tigre, occhio di falco, occhio di bue, agata, paesina, rodonite, palma fossile, zoisite con rubino, lapislazzuli, sodalite, pirite, quarzo ialino, citrino, tormalinato, rutilato, dendritico, ………
In natura, il cabochon più brillante è la goccia d’acqua, quando gli batte contro il sole. Le pietre tagliate a cabochon tentano, talvolta, di ripeterne l’emozione.
Il taglio a cabochon non vuole giocare con la luce per farla scintillare; la luce deve essere catturata dalla pietra, per evidenziare solo un colore, o il disegno di una inclusione, o un gioco particolare come una stella, un gatteggiamento, una iridescenza. Le pietre così tagliate sono meno appariscenti di quelle sfaccettate, ma desiderano essere guardate con calma, a essere un supporto, un canalizzatore di energie emotive particolari. Parlando di pietre trasparenti, il diamante non lo si vede mai tagliato a cabochon; tutte le altre pietre, sì. Specialmente il quarzo, che tutte le fattucchiere conoscono molto bene quando è tagliato a sfera, e lo usano per i loro viaggi immateriali in tempi diversi dagli ordinari.
Sovente, nei tagli a cabochon, le inclusioni all’interno della pietra vengono enfatizzate.

Foto 1 – Ambra rossa. Fino a pochi decenni fa, l’Italia estraeva dal greto del fiume Simeto la “Simetite”, fra le migliori ambra del mondo. Hanno cambiato il corso del fiume, hanno costruito delle dighe, e oggi non si trova quasi più nulla. Questo bell’esemplare, di colore veramente simile alla migliore simetite, è ambra di Santo Domingo.
Foto 2 – Sempre in ambra di Santo domingo, questo splendido esemplare che trenta milioni di anni fa ha raccolto due fiori, che non appassiranno mai.
Foto 3 – Colori che compaiono e scompaiono; arcobaleni cristallizzati in questa labradorite.
Foto 4 – Gradevole cabochon di zaffiro azzurro chiaro.
Addirittura possono essere talmente vistose ed evidenti, che la pietra è solo un supporto, una cornice, un contenitore di una qualche particolare emozione. E’ il caso dell’ambra, che ha cristallizzato la storia della vita e della morte nelle sue gocce di resina fossile; o del quarzo, che ha disegnato delicati paesaggi e mazzi di fiori con sottili dendriti di ossidi di ferro e manganese, o che ha fatto germogliare nella sua dura massa cespugli di aghi di rutilo e di canne di tormalina; o delle pietre che giocano con la luce, come l’opale o le pietre stellate, gatteggianti, adularescenti, cangianti, iridescenti, labradorescenti, lattescenti, fiammeggianti.
Non c’è competizione fra pietre sfaccettate e quelle tagliate a cabochon; si può dire che le sfaccettate riversano all’esterno il loro brillio, mentre i cabochon catturano l’attenzione al propio interno. Inoltre, la forma del cabochon permette una visione laterale della pietra, che non è generalmente possibile con le sfaccettate. Sulla “visione laterale” ci sarebbe molto da dire; quando si osserva una cosa frontalmente, si hanno informazioni quantitative ben determinate.

Il mitico dragone che si mangia la coda, e nel frattempo inghiotte ed espelle l’ Uovo Cosmogonico, fonte e termine di tutte le stelle. Uno splendido zaffiro stellato interpreta l’ Uovo Cosmogonico, e la struttura del dragone permette una ampia visione laterale della gemma
Quando si percepisce una cosa “con la coda dell’occhio”, cioè con la “visione laterale”, si hanno informazioni qualitative di più ampio respiro. Così, a parità di peso, una gemma sfaccettata si vedrà a distanza per il suo luccichio, mentre una cabochon si noterà per la sua dimensione, e per strane emozioni che, spesso, non si capisce bene da dove provengano.
La ricerca dell’originalità a tutti i costi, e la disponibilità di moderne tecnologie, hanno reso possibili tagli fantasiosi con incavi, insenature e fresature. Si tratta di oggetti decorativi che, generalmente, utilizzano materiali sintetici o semisintetici, e si prestano bene per la bigiotteria.
Altra cosa sono i cabochon incisi in altorilievo o in bassorilievo, che riproponevano, su pietre preziose di elevata durezza, le decorazioni tipiche dei cammei e dei sigilli, e che necessitavano di poca tecnologia, ma di moltissima maestria.
Stiamo parlando di cabochon trasparenti, e non di pietre massive tipo lapislazzuli, turchese e agate. Tali pietre vanno particolarmente bene per collane, statuine e incisioni. Non abbiamo neppure parlato di perle, conchiglie e corallo, perché si tratta di molluschi e celenterati, che preferiamo potere ammirare vivi nei fondali marini. C’è chi dice che si taglia a cabochon quel materiale che non sarebbe risultato abbastanza pulito se sfaccettato. Si tratta di semplificazioni grossolane.
Data una certa pietra grezza, e un tagliatore che la sappia lavorare, sarà bene che il tagliatore la interpreti come meglio crede, in modo da fare esprimere alla gemma il massimo delle sue possibilità emotive, massimizzando i pregi e minimizzando i difetti; concentrando il colore e sfumando le nebulosità; accentuando le caratteristiche positive, e riducendo gli inevitabili difetti. E potrà nascere una pietra sfaccettata, un taglio fantasia, un cabochon regolare o dalla forma più bizzarra, ma sarà un’opera d’arte unica, un’occasione di piacere, di stupore, di compagnia; un tramite fra noi, il Regno Minerale e il Regno Emozionale. E, fra le diecimila vibrazioni della sfera di cristallo, o della gemma dai mille colori, potremo trovare quella che vibra in sintonia con qualcosa dentro di noi, e quella pietra potrà essere la “nostra” pietra.