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PIETRE PAESAGGIO

Agata trasparente con macchie marroni ben localizzate. L’agata appartiene alla famiglia dei quarzi microcristallini, generalmente è opaca con zone traslucide di diversi colori. Pur essendo una pietra comune, è raro trovare esemplari così puliti e con disegni così fantasiosi. In certe fiabe c’è l’esploratore che raggiunge la città incantata: cercando tra le pietre, la si può trovare.

Le emozioni legate alle pietre preziose sono generalmente legate a luce e colore. Esistono poi le pietre “semipreziose” e le pietre “dure“. Sono brutti termini commerciali, creano solo confusione e noi non li utilizziamo. Noi riteniamo che ogni pietra abbia una sua intrinseca nobiltà. Certe pietre eccitano in modo particolare la sensibilità umana e, per questa ragione, sono oggetto di ricerca e di commercio. Fra queste, talune hanno un nome conosciuto da tutti, come diamante, zaffiro, rubino e smeraldo; altre, come ekkanite, zoisite, kornerupina, sono note solo agli specialisti. Molte pietre creano stupore ed emozioni per il loro colore, i riflessi, il luccichio; altre per la loro forma, le inclusioni, i segni, le zonature di colore che le attraversano. Altre non si capisce se sono veramente dei minerali perché assomigliano a dei vegetali, e certune sono state, in epoche passate, animali e vegetali, e conservano l’impronta della vita che un tempo le ha fatte fremere.
In questa rassegna fotografica, vedremo dei paesaggi.

Non si capisce se quelle all’orizzonte siano vele di barche o vette di montagne, ma le onde di questo mare sono di sogno. Anche questi fiabeschi paesaggi ci sono offerti dalle agate.

Non sono disegni di abili pittori, né immagini sognate da altri artisti. Sono pietre, lavorate e lucidate per mettere in risalto quelle particolari dendriti, quegli effetti cromatici, quelle modanature sfumate che ci invitano a un viaggio in paesaggi che sono sì parte del nostro pianeta, ma in dimensioni un poco diverse dalle ordinarie.

Quarzo dendritico. Paesaggio di montagna ritratto da un pittore cinese del V millennio.

Prima foto: sezione di geode di agata. Nella parte bianca-zucchero sono visibili le forme di mille minuscoli cristalli di quarzo. Questo capolavoro della natura potrebbe intitolarsi “Onde di un altro mare”. Sarebbe appropriato anche perché è stata l’acqua che, con un lavorio di migliaia di anni, ha depositato gli ossidi di allumina e altri elementi per proporci infine queste immagini.
Seconda foto: sfera di diaspro dell’Oregon. Ma non è detto che non ci sia anche un pianeta con questo aspetto.

Forse non si tratta di pietre preziose; il loro costo è accessibile a tutte le tasche. Inoltre non sempre provengono da paesi lontani: in una passeggiata domenicale si può trovare qualche pietra che, lavorata, potrebbe figurare in questa rassegna. Quasi sempre si tratta di pietre della famiglia dei quarzi o delle arenarie; fra le più comuni della crosta terrestre.

Arenaria con dendriti di ossido di ferro (marrone) e ossido di manganese (nero). Questo paesaggio autunnale potrebbe essere stato fotografato nelle “baragge” novaresi, o nelle colline della Sila. Invece l’acqua si è infilata in minuscole fessure nell’arenaria, ha depositato tracce di ossido di ferro e di manganese e ha disegnato questo splendido paesaggio all’interno della roccia. Tali rocce sono comuni in Toscana.

Agata muschiata. Non si tratta ovviamente di muschio, ma di dendriti di manganese. Questa volta possiamo immaginare che il pittore sia fiammingo.

Un proverbio di paese dice che le passeggiate più belle sono quelle fatte sotto casa. Anche per le pietre: le emozioni più belle ce le possono dare pietre trovate sul greto del torrente.

Pietra paesina (Toscana). Quale nome migliore per questa pietra? È realmente difficile pensare che non sia una miniatura eseguita con minuscoli pennelli da un valente pittore. Anche qui si tratta di un’arenaria segata a fette e lucidata. A tutti è possibile trovarne, nelle colline toscane

I gemmologi appassionati del loro lavoro, passano molto tempo al microscopio e si deliziano delle forme di certe inclusioni troppo piccole per essere viste ad occhio nudo. Queste pietre si impongono per la loro espressività senza bisogno di altri strumenti che i nostri occhi e di uno stato d’animo disponibile a lasciarsi un poco andare per meglio partecipare alla leggera magia di questi paesaggi che non sono luoghi dello spazio, ma incontaminati paesaggi dell’anima; orizzonti spirituali che in tutti noi vogliono esprimersi, espandersi, illuminarsi ed abbracciare sentimenti, arte, poesia e che, nella Natura, trovano stimolo, ispirazione, modo di esprimersi.

Non commenteremo le immagini; le lasciamo all’interpretazione soggettiva. Ci limitiamo a poche, scarne note tecniche. Se poi, qualcuno, vorrà ancora chiamare “pietre semipreziose” o “pietre dure” tali capolavori, pazienza.

Pietra paesina (Toscana). Arenaria in cui differenti sedimentazioni hanno dato luogo a colorazioni diverse. Una volta raggiunta l’isola incantata, la prima cosa che incontriamo è un porto frenetico di attività.

Quarzo rutilato. In questa città di un improbabile futuro, il problema è: “come trovare l’ago nel pagliaio?”

Prima foto: dendriti di ossido di manganese su arenaria. Questa miniatura può rappresentare un cespuglio o le piume di un fantomatico uccello, o qualunque altro arabesco la fantasia possa immaginare.
Seconda foto: dendriti di ossidi di ferro e di manganese su arenaria. Può sembrare un dipinto della scuola di Van Gogh.

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