Poesie di Pietra – Ragno in ambra
Ogni giorno, una nuova paura. Il Coronavirus, del quale più si sa, meno si sa, il futuro politico, la crisi che ci ha tagliato i ponti con il futuro, potrei riempire pagine intere di argomenti che portano depressione. Non farei altro che seguire il copione dei vari media, che più che lacrime e sangue non ci propinano. Oggi mi è capitato fra le mani un ciottolo d’ambra. Lo esamino al microscopio, al suo interno, un ragno. Sembra una minuscola tarantola, tanto è peloso. È lì da 50 milioni di anni circa, i suoi eredi si sono moltiplicati in tutto il mondo e si sono diversificati in chissà quante diramazioni evolutive. O, forse, no, quella particolare specie si è da sempre mantenuta uguale a sé stessa, o magari si è estinta, chi lo sa, ma, all’alba di queste fredde giornate, se osservate la rugiada, troverete i prati istoriati con con milioni di minuscoli festoni, che sono fili di ragnatele organizzati per limitare il numero di zanzare… Insomma, la vita di quel ragno è stata un importante tassello nella storia dei ragni del mondo, così come lo è ogni vita, ogni pietra e ogni attimo. E, a chi ci vorrà intristire con le sue malinconie, noi mostreremo il brillio dei nostri gioielli, il sorriso delle loro storie, la festa dei colori delle pietre. Colori che non appassiranno mai.
Tempo immobile.
Da sempre il ragno guata
con quattro occhi.
