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Incendi e inquinamento

Comunicato stampa inviato alla Provincia Pavese, Il Giorno, Il Punto, in data 15 luglio 2007.

Giovedì 12 luglio, le due del pomeriggio, un ghiaione sul Ticino, poco più a valle del Canarazzo, appena sopra Pavia. Sull’altra sponda si sente un vociare; due persone si stanno agitando e si danno ordini secchi “Dai, io sono pronto, fa in fretta e andiamo alla macchina!” Il fiume trasporta il suono in modi strani; certe volte, cose lontane, sembrano vicine. Comunque, a quel vociare, nessuno ha dato peso. Fumo. Anzi, due fonti di fumo. Due incendi, appiccati contemporaneamente, a una cinquantina di metri di distanza. Fiamme. Telefono subito ai Vigili del Fuoco. In pochi minuti arriva una loro barca, l’autopompa, poco dopo, riesce a trovarsi la strada anche nel bosco. In un’ora tutto si è risolto. Bravi. Qualche albero bruciato, un tratto di riva nero di cenere, tanta amarezza. “Ma di questi piromani, ne avete mai beccato uno? Così, tanto per sapere che gusto ci provano…” “Almeno ne acciuffassimo qualcuno!” Certo, di fronte all’imbecillità dei piromani, si prova una rabbia impotente. Non si sa perché lo fanno, non ci guadagnano niente, provocano danni irreversibili, come e peggio di quegli altri imbecilli che imbrattano i muri delle città. Intanto, il fiume scorre. Livido. Scuro. Con un cattivo odore. E i delinquenti che il fiume lo inquinano? Si può benissimo sapere chi sono, anzi, lo si sa già benissimo, ma, dato che ci guadagnano, vuol dire che c’è un bel giro di soldi, e i soldi meritano rispetto e silenzio. Anche se gli scarichi non depurati sono un disastro molto maggiore a quello di un incendio.

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