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Pavia, il Ponte Coperto ormai non basta più

Il nostro Ponte Coperto, anche se è diventato un po’ il simbolo della nostra città, non è quel gran ché. È un ponte in cemento armato mascherato da ponte in mattoni, così da assommare i difetti di entrambe le strutture. Dato che doveva sembrare in mattoni, è stato costruito con molte arcate, ed è stretto; così ci sono problemi in caso di piena, ed è un collo di bottiglia per pedoni e mezzi a motore. Così, è giusto un ponte da cartolina, anche se non ho mai visto un turista estasiato per la sua bellezza. Espongo ora un’idea per renderlo più vivace, e per risolvere definitivamente i problemi di traffico della città. A poche decine di metri di distanza dal Ponte Coperto, verso monte, si costruisce un vero ponte in cemento armato, moderno ed efficiente, con una sola arcata, sufficientemente largo per unire realmente i due lati del fiume, così che anche Pavia non sia divisa in una città e un sobborgo. L’ingresso del nuovo ponte, dalla parte di Borgo Ticino, sarà fra le principali porte d’ingresso alla città: un terminal con posteggi a più piani, navette e autobus, e il problema del traffico sarebbe risolto come con una bacchetta magica. Il Ponte Coperto diventerebbe solo pedonale, e qualche modifica lo renderebbe eccezionale. Un po’ di botteghini artigianali e chioschi d’arte, e il nostro Ponte Coperto sarebbe paragonabile per vivacità, simpatia, originalità, ambientazione, richiamo turistico, al Ponte Vecchio di Firenze. Con la differenza che il nostro Ponte si affaccia sul Ticino! Il costo complessivo, non sarebbe superiore a quello della eventuale ricostruzione della Torre Civica. Non so se proposte del genere si sono già affacciate sul nostro Fiume; nel caso l’idea piacesse e venisse realizzata, mi prenoto fin d’ora per un botteghino.

Paolo Severi
Pavia

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