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33-S Marino? Le reliquie non sono a Pavia

IL CASO


«San Marino? Le relique non sono a Pavia»
Per Chieppi le spoglie si trovano nella Repubblica del monte Titano

Lo storico Michele Chieppi

L’opinione
dello storico

PAVIA. «E’ assai probabile che le reliquie di San Marino
non siano a Pavia ma nella Repubblica di San Marino. Le
spoglie conservate nella curia vescovile di Pavia potrebbero
essere appartenute a uno qualsiasi dei 15 San Marini
che la storia e la tradizione annoverano». A rinfocolare
la polemica è Michele Chieppi, studioso delle reliquie
dei santi. A pronunciarsi per la «pavesità» dei resti del
santo cui è intitolata la chiesa di via Siro Comi era stata,
tra l’altro, la docente universitaria Mariapia Andreolli.

Chieppi è di altro avviso. E’ andato a rintracciare in biblioteca il frammento di Antonio Bartolini, contenuto nella monumentale”ªBiblioteca Sanctorum” (ottavo volume, pagine 1.180), un testo del primo Novecento che dice testualmente: «Secondo una leggenda di cui si sa ben poco, il re longobardo Astolfo, (che regnò a Pavia dal 749 al 756) avrebbe rapito e portato a Pavia le ossa del santo; in seguito il re franco Pipino, dopo avere sconfitto Astolfo (nel 754 e 756) le avrebbe riprese e riportate sul Monte Titano». Chieppi si rifà anche a monsignor Vittorio Lanzani, oggi amministratore della basilica vaticana di San Pietro e insigne storico della Chiesa di Pavia: «Nella “Storia religiosa della Lombardia. Diocesi di Pavia” – dice Chieppi – afferma: “Se è vero che al tempo dell’assedio di Roma da parte di Astolfo agli inizi del 756, furono manomessi dai soldati i cimiteri suburbani, anche con l’intento innegabile di procacciarsi reliquie, non risulta altrettanto sicura l’avvenuta dotazione di tutte le reliquie elencate nei cataloghi tardomedioevali di quella chiesa (cioè San Marino di Pavia, ndr) ai tempi di Astolfo. E’ invece certamente genuina la notizia della fondazione, attribuita a questo re, e della reposizione dei santi Marino e Leone, venerati sul Monte Titano, cioè nell’antica Pentapoli conquistata da Astolfo nel 752 e in seguito formalmente restituita al Papa Stefano IIº». Chieppi legge in queste affermazioni del Lanzani il dubbio che le spoglie di San Marino siano oggi ancora a Pavia. Come prova ulteriore, Chieppi cita il “Catalogo Rodobaldino dei Corpi Santi di Pavia”. «E’ vero – argomenta lo studioso di reliquie – che il Catalogo dice testualmente “Nell’arca della confessione sotto l’altar maggiore giacciono i corpi dei santi Marino e Leone”. Tuttavia, gli studiosi-ricercatori-sacerdoti Boni e Maiocchi nell’edizione del Catalogo Rodobaldino del 1901 precisano in una nota: “Trattasi evidentemente di una vera invasione di arbitrafrie aggiunte, ispirate forse da una deplorevole vanità di primato. Sarebbe forse temerario supporre che il copista aggiungitore fosse un monaco di San Marino?”. Questa frase di Boni e Maiocchi è inquivocabile. Essi sono i primi a ritenere una manipolazione la tesi della presenza a Pavia delle spoglie del santo di Monte Titano». Chieppi ricorda poi altri due testi che fanno propendere per la tesi che le spoglie di San Marino (quello della Repubblica del Titano) sarebbero a a San Marino e non a Pavia. Uno è la cronaca del ritrovamento delle spoglie del santo nell’urna sotto l’altar maggiore della Pieve sanmarinese, avvenuto il 3 maggio 1586, ad opera dell’arciprete Marino Bonetti. L’altra citazione è ancora dalla Bibliotheca Sanctorum, che riporta un evento del 1713 a San Marino: la ricognizione dell’urna, riaperta alla presenza del vescovo. «Questi documenti – commenta Chieppi – avvallano ancora la tesi già sostenuta nel frammento Bartolini». Lo studioso, poi, ricorda l’affermazione dello storico Milanesi secondo il quale “i santi di nome Marino sono più d’uno”. Egli ne propone addirittura quindici, compreso il fondatore della Repubblica del Monte Titano. San Marini se ne trovano in Cilicia, numerosi in Francia (a Poitou, a Orleans, in Alsazia), in Baviera, in Cappadocia, in Germania, a Gaza in Palestina, a Cava dei Tirreni, a Kiev. «Rintracciare nei documenti storici le tracce della presenza di San Marino (o dei San Marini), mettendo in dubbio la presenza pavese delle spoglie – conclude Chieppi – non significa voler mettere in dubbio il valore del culto del santo a Pavia. Anzi, plaudo all’annuncio del vescovo Giudici circa la volontà della diocesi di riaprire al culto la chiesa e all’iniziativa del Comitato per la riapertura della chiesa di San Marino». (s. c.)
btt